1. A questo proposito vogliamo far rilevare la forte differenza tra una cartografia 'tridimensionale' ottenuta sovrapponendo le proiezioni verticali dei lotti edificati ad un modello digitale del terreno. La pratica citata ci pare, oltre che largamente insufficiente a rappresentare le particolarità del costruito -- che auspicabilmente non sorge sul profilo del modello tridimensionale ma è dotato di fondazioni --, foriero di peggiori incomprensioni degli oggetti. Si tratta infatti di una proiezione che nasconde una lettura totalmente bidimensionale degli oggetti stessi, omettendo proprio gli elementi di complessità che, in precedenza citati, costituiscono il principale elemento conoscitivo del rilievo. Un risultato utile anche alle più elementari richieste amministrative, oltre che a quelle della conservazione dell'edificato. Al contrario, una cartografia tridimensionale dovrebbe indagare la composizione delle unità edilizie, presentandone le eventuali risultanze tridimensionali al livello delle unità abitative (gli appartamenti) e delle loro relazioni, come in recenti elaborazioni condotte in sede di laurea presso l'Istituto di storia dell'architettura.

2. Definiamo la soluzione 'gerarchica' o 'anagrafica' per la relazione posta in atto nell'individuazione dei rapporti tra proprietà e proprietario (vista in questo caso rispettivamente come membri della famiglia e capo famiglia nella tradizione anagrafica (tradizione che abitualmente ricorre al modello gerarchico per l'archiviazione dei propri dati). Analoghe modalità descrivono i rapporti tra subalterni e mappale.

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