4. Una nuova organizzazione della cartografia

4.1. Ancora una soluzione 'ragionevole'

Bisogna tuttavia affermare che, anche valutando il trascorrere del tempo, la mancata sovrapponibilità tra cartografia tecnica comunale, rilievo Vagnetti e mappa del catasto unitario, non si risolve sempre con il riconoscimento della 'verità' riportata da quest'ultima. Anzi, assai spesso il sopralluogo costituisce una quarta verità, talvolta inspiegabilmente connessa ai tre documenti di cui si dispone, una verità di misure non corrispondenti o di soluzione distributive diverse certamente non frutto di recenti modificazioni.

Certamente anche in questo caso la finalità di certificazione geometrica della proprietà (peraltro in Italia sempre affrontata in termini relativi, affidando la certezza del diritto ai registri immobiliari, privi di riferimenti topografici).

La 'soluzione' del problema non è dunque soltanto una soluzione tecnica, relativa alla fonti informative prescelte, ma soprattutto una nuova domanda di informazione, una domanda questa volta integralmente relazionale e fortemente orientata alla terza dimensione, una soluzione che si orienta cioè alla scala dell'intervento edilizio. Una scala che, lo affermiamo sin d'ora, non è pienamente alla portata di questo progetto.

Altre sono le difficoltà ed altre le dimensioni di un progetto in corso per il centro sei-settecentesco di Montreal che, appunto ricorre a strumenti di visualizzazione legati al mondo della biologia (si veda in proposito il contributo del Centre Canadien d'Architecture, http://www.uqam.ca) per rappresentare la difficile districabilità del mondo fisico e di quello proprietario in un contesto certamente assai meno stratificato del nostro, perché più tardo di quattrocento o più anni.

Necessariamente un processo di rappresentazione 'ragionevole' può essere perseguito soltanto come esito analitico del sopralluogo, e come tale, non potrà dar luogo ad una cartografia di riferimento adeguata (almeno per lo stato attuale) fino al termine delle operazioni.

Al fine di consentire l'utilizzazione della cartografia realizzata come supporto alla stesura del piano regolatore, sono stati apportati al rilievo comunale i gli aggiornamenti riportati nell'appendice IV, ottenuti dalle fonti amministrative comunali e verificati sulle foto aeree realizzate per conto dell'amministrazione regionale nel 1992 (fotografie da cui è stato tratto un rilievo aerofotogrammetrico in scala 1:2.000 ancora non disponibile).

4.2. Nuove entità per rappresentare diversi livelli di realtà

Una casa è una casa è una casa, per parafrasare una nota locuzione, ma nella nostra analisi è necessario distinguere tre livelli tra loro interconnessi e tuttavia logicamente distinguibili:

Rispetto al primo, il livello funzionale, esso può essere nella maggior parte dei casi attribuito ad un livello amministrativo (che non sempre appropriatamente lo rappresenta). Tale livello è dunque rappresentabile attraverso il numero civico (e, nella nostra indagine, attraverso il codice edificio ed il livello relativo).

Il livello costruttivo, o corpo edilizio, che compare nella scheda sotto la dicitura omonima.

Il livello strutturale appare invece frutto di elaborazioni con rilevanza anche amministrativa, è l'aggregato minimo entro il quale si palesano relazioni strutturali fondamentali per la statica del complesso. Quando, ad esempio, un edificio o parte significativa di esso, si sovrappone, a partire dal terzo piano, a due unità immobiliari dotate di ingressi e numeri civici distinti, venendo così a costituire una unità strutturale unica, tale unità sarà definibile come struttura e sarà ragionevolmente opportuno ravvisare in essa l'unità minima per ogni intervento di carattere appunto strutturale.

I tre livelli citati, abitualmente confusi nella stessa rappresentazione cartografica, come abbiamo potuto riscontrare nel breve excursus documentale che accompagna la nostra trattazione, debbono essere necessariamente distinti nella rappresentazione numerica, perché ad essi debbono essere connesse entità diverse e fenomeni riferibili soltanto allo specifico livello in cui essi si collocano; lo affermiamo contemporaneamente nel senso della rappresentazione -- come lucido di un disegno virtuale, e nel senso della realtà.

4.3. Gli aspetti cartografici della articolazione adottata

La tripartizione adottata consente una più adeguata rappresentazione cartografica delle unità edilizie. In particolare possiamo considerare una maggiore coerenza tra le entità rappresentate e le loro caratteristiche. Il primitivo e semplice criterio di catalogazione adottato, incentrato sul numero civico come elemento di riconoscimento ed al tempo stesso di descrizione della rappresentazione adottata, non è sufficiente per risolvere i citati problemi di identificazione.

Dobbiamo ricordare che la convenzione della rappresentazione cartografica in scala 1:1000 richiama la necessità di rappresentare gli edifici a un metro dal suolo circostante; una rappresentazione quindi di una entità fisica, ma accidentalmente anche storico-analitica dell'edificio, che richiama il concetto di corpo edificato. Il corpo, entità fisica caratterizzata da un ben preciso perimetro, prodotto delle sole eventuali estensioni del piano terreno.

Il civico (in rappresentanza dell'unità funzionale) viene individuato cartograficamente dall'estensione ordinaria dell'edificio (dall'insieme delle estensioni ordinarie quando esso sia caratterizzato da più corpi edificati) a partire dal secondo piano. Rappresentazione che, evidenziando le trasformazioni subite dall'unità edilizia `originaria', mostra tuttavia una più realistica rappresentazione degli spazi aperti all'interno degli isolati.

Esiste poi una unità di ordine superiore, quella tecnico-strutturale, che si fonda sulle relazioni statiche fra corpi edificati. Relazioni che vengono abitualmente trascurate, se non per gli aspetti geotecnici, oppure grossolanamente riferite all'intero isolato.

La concettualizzazione abituale della casa vede una piena corrispondenza fra i tre concetti citati: la casa è la proiezione verticale della propria pianta, quindi corpo edificato e unità funzionale coincidono. Inoltre la continuità dei setti murari appare priva di interdipendenze strutturali, anche perché non vi sono edifici che si sviluppino in aderenza.

Invece l'edilizia storica non ha queste `cautele', non appare ritagliata sulle misure della con-dominialità, anzi può sfruttare appieno le risorse strutturali degli edifici contigui (in una consapevole quanto implicita `analisi del valore') perché ad essi è spesso legata da vincoli proprietari, di appartenenza familiare, dal diritto superficiario su terreni del clero, da un diritto consuetudinario che rafforza ulteriormente queste premesse.

Dovendo indicare la rilevanza di tali rapporti potremmo dire che vi è forte interdipendenza fra due corpi edificati - al di là dello stesso `costruire in aderenza' - quando una parte significativa di almeno uno degli edifici considerati si sviluppa in relazione all'altro. Ciò dà luogo ad una condizione in cui è estremamente difficile, oneroso o complesso in termini organizzativi, effettuare un intervento edilizio.

La stessa manutenzione delle facciate, per non ricorrere ad interventi di consolidamento strutturale, o ad interventi sulle coperture, dà luogo a domande del tipo "di chi è questa facciata?".

Problemi che emergono tuttavia in prima istanza proprio nel corso di una indagine che, come quella in corso, investa i componenti dell'edificio: a chi afferiscono gli elevati? A quale entità, ma anche a quale livello di indagine; se non si è mai visto un numero civico dotato di una facciata posteriore - le murature verticali ci sembrano appartenere al corpo edilizio - chi ne farà la manutenzione? E ancora, se la copertura è la più evidente indicazione dell'aggregazione strutturale, allora perché la manutenzione spetta in gran parte ad un singolo appartamento in un singolo corpo di un singolo numero civico?

Problemi organizzativi che nascondono limiti concettuali incerti, definizioni ancora in qualche modo ambigui che acquisiranno maggiore solidità nel corso dell'indagine ma che sin d'ora devono orientare almeno la percezione nell'ambito del sopralluogo, ma che non possono fare a meno di influire anche sulla stessa struttura del data base.

Proviamo allora ad avanzare alcune ipotesi preliminari:

Da ciò discende (pur senza un diretto vincolo di necessità) che:

Ricorrendo ad una metafora ecologica, la presenza di piccolo particellare misto a grande particellare pone il primo in condizione di poter perdere il proprio affaccio, spazi di relazione o articolazioni spaziali a favore dell'articolazione spaziale del grande particellare in formazione. Tale fenomeno sembra caratterizzare - per citare Chastel - proprio gli ambiti entro i quali si manifesta una recessione dell'importanza commerciale.

(c. b.)

4.4. Paradigmi interpretativi e nuove linee di rappresentazione

Per chiarire ulteriormente gli scopi di base dell'intiera operazione: mappare il fenomeno urbano (topografia+dati), a costo di semplificare; produrre una figurazione adeguata ai processi in atto, accessibile a tutti; procedere per sintesi di avvicinamento successivo;

occorre richiamare una cultura storiografica, oggi ancora isolata, che sia utile ad una concreta e reale definizione delle costruzioni, edili o architettoniche, riferendosi ad alcune genealogie di modelli abitativi generalmente riconoscibili e documentati.

Domus continuas, domus contiguas sub uno tecto, domus una cum duabus habitacionibus contiguis sono tutti anelli di uno sviluppo, oggi quasi definibile come `tipologia', che giunge sino al pieno secolo XVI e oltre e - com'è noto - deve la sua longue durèe alla rigidezza della struttura sociale.

La schiera tipicamente medievale, con edifici simili, a Genova riparte dalla geniale progettazione pubblica della Ripa (1133), si consolida man mano che la città murata si riempie e infine si articola in varianti che rispondano a una richiesta sempre più adeguata alle necessità demotopografiche delle `parentele'.

Con minore approssimazione questo esito dovrebbe piuttosto discendere da una economia mercantile in cui fra tutti gli investimenti e il governo patrilineare della successione ereditaria, sempre più attento al ruolo finanziario dei beni immobili, si instaura una `caratura' della casa altrettanto analoga a quella dell'armamento navale.

Con ciò non si vuole esaltare l'ipotesi di un grande ruolo della proprietà immobiliare da reddito - come poteva averlo da secoli per i monasteri - ma alludere ad una diversa attenzione dei tempi per la casa, non esclusivamente residenziale sinora sfuggita all'interesse degli studi italiani.

L`osservazione, condotta sinora su pochi casi-studio, fa ritenere che agli inizi nella formazione del `tipo' o `modello' di abitazione locale vi sia stato un discreto contributo compositivo non inferiore a quello tradizionale della cultura di gruppo. Debitore dell'edilizia notoriamente medievale, come quella toscana a grandi pilastri, solai e tamponature lignei, viste le misure della spartizione ad `insulae' della prima area urbana, la scelta delle maestranze si orientò presto ad uno sviluppo omologatore, quasi `tipologico' - presto fermatosi e ripetuto per secoli - che si identifica principalmente nella casa plurifamiliare a blocco, con piani differenziati, su portico unico e nella casa monofamiliare a blocco o a schiera, con piani differenziati, su portico.

E' al primo modello che dobbiamo il peso maggiore, anche perchè appartenente ai ceti di governo, e quegli effetti prolungati nei secoli di età moderna che giunsero sino ai palazzi di Babilano Pallavicino a Fossatello e dei cugini Lazzaro e Giacomo Spinola Adorno a Strada Nuova.

In concreto la casa può essere chiusa in un blocco, che non è però un isolato come intenderemmo oggi, ma contiene altre case contigue ad abitazioni familiari verticali. Un altro elemento che giunge dal passato, ma di non minore importanza per sbrogliare l' incastro di strutture materiali, proprietarie e di uso, è la bottega con piano mezzano sovrapposto; è parte tradizionale della composizione edilizia medievale e moderna, resiste a lungo come dimostrano tutti gli atti di compravendita di case in antico regime e risponde oggi a numeri civici con atrio e accesso ad uno o due piani, in genere completamente innestati nel volume dominante di un palazzo.

Non disponendo ancora di studi sistematici, appoggiati su fonti dirette (munite di rilievi credibili) e indirette, riteniamo che questa mentalità abbia attraversato gli ultimi secoli di età moderna nascondendo una situazione - presto ritrovabile - dietro processi di ricostruzione settecentesca e intasamenti di età industriale, quasi tutti per colmare una diffusa domanda di abitazioni comuni.

Il rilevamento in atto, prezioso ed unico a questo effetto, deve registrare con estrema cura qualsiasi indizio verificando con attenzione la flessibilità di risposta della scheda e della struttura di definizioni adottata (edificio, corpo, bottega, ecc.), in modo particolare perfezionando `in itinere' una connessione computabile più razionale fra quei volumi edilizi - di sedime separato e/o di impianto successivo - che oggi si celano dietro l'apparente unità anagrafica del numero civico.

Per questo la sostanziale complessità del manufatto urbano genovese, prodotta dall'incrocio diacronico di componenti edilizi e di volumi aggregati, impone periodiche verifiche collettive, con necessario adeguamento a ritroso di quanto già fatto, perchè l'operazione giunga a conclusione con caratteri di estrema coerenza/corrispondenza fra dati scritti e dati topografici.

(e. p.)

4.5. Soluzione tecnico-informatica adottata

A temporanea conclusione, ci sembra opportuno allegare una fase operativa così articolata.

a) modificazioni alla struttura delle tabelle di rilevazione

  • Modifica dei campi identificativi in tutte le tabelle
  • Da ora in poi:

    - il campo cod_edificio si chiamerà cod_civico

    - si aggiungerà un cod_corpo dopo il campo corpo.

    Il campo cod_corpo sarà così costituito:

    cod_civico + "_" + corpo.

    Si valutino i seguenti esempi applicativi:

    cod_corpo cod_civico corpo quando...


    0550028_0 <- 0550028 + 0 il civico non si articoli su più corpi
    0550028_1 <- 0550028 + 1 si rappresenti il primo corpo di un civico su più corpi
    0285001_0 <- 0285003 + 0 il civico sia collocato nello stesso corpo del civ. 1

    Saranno conseguentemente individuati e risolti tutti i casi in cui più civici corrispondano ad un singolo corpo. Per il resto la compilazione del campo cod_corpo è automatizzabile.

  • Introduzione del campo uts alla tabella relazioni
  • Per identificare l'unità tecnico strutturale (uts) sarà necessario aggiungere un campo alla tabella relazioni.

    Il campo sarà compilato con il cod_corpo del corpo prevalente quando si verifichi l'aggregazione di più corpi (i. e. quello cui appartiene il tetto che copre gli altri corpi).

    Ovviamente, per quanto in precedenza indicato, alla tabella 0.relazioni sarà inoltre aggiunto un campo cod_corpo2, ad indicare il codice corpo del secondo elemento della relazione descritta nel record.

    Nell'appendice II riportiamo l'attuale struttura del data base con le modifiche effettuate.

    b) gestione della cartografia

  • Gestione delle unità multiple
  • Per ogni livello di cartografia (vedi seguito) i cartografi provvederanno a manutenere una tabella di data base così costituita:

    campi contenuto


    cod_fisico codice fisico del corpo edilizio
    corpo_fisico n. d'ordine del corpo
    cod_corpo unione dei due elementi (v. modifiche tab. rilevazione)
    cod_civico codice civico dell'unità edilizia
    corpo_ammvo n. ordine del corpo

    Il campo corpo_fisico sarà poi aggregata ai dati alfanumerici della mappa.

  • Doppia individuazione della datazione dei corpi edilizi
  • Gli edifici, come si è in precedenza indicato, saranno sottoposti ad una doppia valutazione cronologica.

    Una valutazione delle condizioni prevalenti all'interno dell'edificio (epoca_prevalente, in precedenza denominato epoca_apparente), tendenzialmente oggettiva e comunque partecipe di tutte le osservazioni raccolte durante il sopralluogo (una pre-valutazione rispetto alla maturazione di osservazioni sistematica attraverso l'elaborazione dei dati mensio-cronologici e morfologici).

    Una valutazione dell'epoca che l'edificio vorrebbe denunciare (epoca_antiquaria, campo inserito dopo il precedente con le stesse modalità di compilazione) con la conservazione appunto antiquaria, degli elementi di valorizzazione connessi con la vetustà dell'edificio (un valore della stratificazione).

  • Riportare in cartografia i dati della rilevazione
  • Regola: quello che è in tabella deve essere in cartografia

    La carta in scala 1:1000 deve essere redatta ad un metro circa dal terreno circostante, con l'indicazione dei corpi.

    Vi sarà una seconda carta, redatta prevalentemente a livello del secondo mezzanino, in cui saranno indicati:

    Questa seconda carta sarà visibile al di sopra della carta dei "corpi" per ora come disegno soltanto (volumi proiettati), come avviene usualmente nella cartografia cartacea.

    In un secondo tempo la carta sarà utilizzata, ev. tematizzata, per quanto attiene i livelli amministrativi e proprietari.

    Sarà inoltre realizzata una cartografia di appoggio per i dati catastali (catasto attuale) che consentirà di meglio comprendere le integrazioni tra livelli proprietari, d'uso e rappresentazione degli elementi fisici.

  • Disponibilità immediata del materiale cartografico
  • Il materiale cartografico realizzato fino ad oggi, ancorché ispirato a diversi principi, è disponibile all'intero progetto e viene qui utilizzato con la redazione delle carte tematiche presentate. Ovviamente, ed in forma provvisoria, quando un edificio è suddiviso in più corpi vengono riportati i dati del primo.

    Un contributo utile allo scopo rimane in ogni caso la ragionevole suddivisione dei rilievi ad almeno tre quote orizzontali: in assenza di rilievi tridimensionali, non percorribili anche se adottati in sede di tesi universitarie, questo rimane l'unico strumento di studio comparativo, quanto rigorosamente necessario fra piani simili di edifici contigui, che consenta di valutare le condizioni di costipazione e di aereazione al contorno.

    1. Carta delle unità edilizie: individuazione dei corpi edificati a m 1 circa;
    2. Carta dei volumi prevalenti: nei palazzi al 1deg. mezzanino sul p. nobile (scatola muraria media da cui redigere bilanci quantitativi); negli altri edifici al terzo solaio.
    3. Carta statico-strutturale: coperture e perimetro dell'Unità edilizia.
    (c. b.)
    Unione Europea
    Comune di Genova
    UNESCO World Heritage

    Charta
    Realizzato con la collaborazione di Charta s.r.l.

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